SALE DELLA TERRA E LUCE DEL MONDO: VOCAZIONE E STATUTO DEI CREDENTI
L’immagine del vangelo di Matteo - oggetto della lettura della celebrazione liturgica - è stata insieme l’icona e il tema dei lavori dell’assemblea diocesana dell’Azione cattolica diocesana: ne hanno parlato l’arcivescovo Carlo nell’omelia della liturgia che ha aperto i lavori, non potevano non farne riferimento le diverse relazioni e il dibattito che ha animato la quindicesima assemblea dell’Azione cattolica della chiesa isontina.
Un centinaio i presenti ai lavori che sono stati onorati anche dalla partecipazione del segretario nazionale dell’Associazione Luigi, dal delegato regionale Marcopio Bravo, dauna coppia di coniugi di Venezia e da un rappresentante di Trieste e Udine a conferma dei legami che l’associazione sa privilegiare ed animare.
L’assemblea di quest’anno concludeva anche il triennio (2012-2014) e anche il servizio di alcuni dirigenti che hanno lasciato il passo e che sono stati surrogati dalle elezioni che hanno concluso l’incontro per dare vita al nuovo consiglio diocesano, chiamato a definire gli incarichi interni e la presidenza rinnovata.
L’intervento dell’arcivescovo
L’arcivescovo Carlo ha offerto alla meditazione dei presenti raccolti nella chiesa della casa dei sacerdoti una succosa riflessone sulle tematiche evangeliche che pongono appunto al centro della proposta cristiana la vocazione di cristiani adulti -e non di operatori pastorali- chiamati ad essere "luce" e sale della terra" in un confronto che qualifica la dimensione laicale della Chiesa, alla quale l’Aci offre non solo un utile supporto ma una qualificazione che ne decide insieme il carattere e la specificità. Essere laici di Aci, dunque, significa cogliere fino in fondo la vocazione cristiana mettendosi a servizio delle comunità, quella chiesa che - ha sottolineato l’arcivescovo - chiama i credenti ad interrogarsi sulla loro identità, missione e corresponsabilità.
I lavori assembleari - dopo la costituzione del seggio elettorale presieduto - si sono aperti con le relazioni dei settori.
L’attività del settori
Agnese Roppa e Irene Simeon hanno illustrato le attività svolte nel corso dell’anno e del triennio ed hanno sottolineato il cammino dell’ACR a partire dal progetto formativo. L’Azione cattolica ragazzi, hanno ribadito, non è né una semplice animazione e gli Acierrini non sono quelli che fanno manifesti e battono le mani per sottolineare la scelta della formazione permanente in primo luogo e dell’opportunità, ormai sperimentata, di intraprendere anche il cammino di fede per l’iniziazione cristiana (Messa di prima comunione). Una scelta ed una opzione che si intende sperimentare anche in altre comunità in collaborazione con i catechisti e catechiste.
Invece il settore Giovani - con intervento di Marco Dessenuibus e di Monica Zollia - ha informato l’assemblea sull’attività del gruppo giovani diocesano per il quale l’impegno centrale è stato quello di darsi un obiettivo, cioè garantire il cammino di formazione e di crescita cristiana; in secondo luogo sono state evidenziate le modalità di collaborazione con la pastorale diocesana e la pastorale giovanile in specifico. Un cammino a 360 gradi, è stato detto, alla ricerca di rispondere alle esigenze della persona ed alle richieste di vivere -da giovani- nella chiesa e nella società di oggi.
Sull’attività del settore Adulti hanno svolto una relazione Luisa Giusti e Angela Cecotti: un bilancio di iniziative e di proposte formative , ma soprattutto una duplice indicazione. In primo luogo, al di là delle parole "l’Aci, e quindi il settore adulti, c’è perché si vede ed è presente nelle iniziative diocesane e parrocchiali"; in secondo luogo l’impegno alla formazione, scelta che per l’Aci diventa dirimente e che impegna i gruppi sia parrocchiali che quello diocesano ad itinerari diversi per sensibilità differenziate. Un progetto che risponde ad una esigenza, alla quale occorre continuare a dare una risposta: quella di evidenziare il ruolo ed il posto dei laici nella chiesa, di intravedere un percorso per la maturazione della fede e anche della qualificazione della presenza del laicato nella chiesa. Una evidenziazione che coglie anche la domanda che l’arcivescovo ha posto all’intera associazione.
Il presidente uscente
È toccato quindi al presidente diocesano uscente, l’ing. Alberto Mario Landri che ha così concluso il suo servizio per due trienni alla presidenza dell’associazione- dare un senso e collegare le diverse attività dell’associazione alla luce appunto delle immagini evangeliche ricordate, appunto la luce ed il sale della terra. Una vocazione dunque e non una autoreferenzialità che l’associazione vive convinta proprio che l’associazione posta sul monte o sul moggio è presente nella chiesa e nella società.
Ed, allora, ha condotto una disanima a partire dall’immagine della città che è composta di uomini, donne, edifici, piazze, strade e luoghi di incontro. Una città, al centro della quale c’è la chiesa, luogo della presenza e dell’incontro con il Signore Gesù, centro di una fede adulta; che strutura le persone alla luce della Parola e dei sacramenti, della regola spirituale e della preghiera, ponendole a servizio degli altri.
Nella città ipotetica, esiste il municipio che invita l’associazione alla formazione di uomini e donne nuovi per la costituzione di una nuova classe responsabile del bene comune; la scuola che ricorda i contenuti da trasmettere insieme a qualche gesto, perché non tutta l’educazione si fondi sul sentimentalismo e sui gesti estemporanei e sugli eventi passeggeri. L’associazione sui fa anche palestra di educazione e di vita, impegna cioè a concreti itinerari di formazione che abilitino le persone a svolgere ruoli di responsabilità. La città, ha continuato Landri, presenta parchi per indicare che le relazioni vanno poste al centro della vita e così l’esistenza si realizzi proprio nell’informalità dei rapporti che costruiscono la solidità interiore delle persone. Strade e piazze, percorse dagli uomini e le donne di oggi con i loro problemi e situazioni, indicano i luoghi dove occorre essere annunciatori della gioia del vangelo, interlocutori di gioie e speranze, dolori e tristezze. Ancora la città presenta luoghi per nuove costruzioni, un cantiere aperto come l’associazione deve essere sempre per sperimentare e dare voce al domani. Infine, la città è fatta anche delle case di ciascuno e di tutti: luoghi dunque di accoglienza e di relazioni impegnative, di rinnovare esperienze che abbiano -come l’Aci propone- una forte dimensione di familiarità e di fraternità.
Fuori dal paragone, Landri ha posto in risalto alcune questioni nodali per il futuro consiglio diocesano: l’Aci domanda di essere riproposta ma come una "buona ACI", fedele allo Statuto e alla storia diocesana; questa servizio è risposta ad una richiesta di corresponsabilità nella società e nella chiesa; i laici non sono autorizzati a mettere la lucerna sotto il moggio; la figura ed il posto -indispensabile- dell’assistente nei gruppi e nella associazione richiede di essere ripensato; l’Aci non ha bisogno di protagonismo appariscente e, ha indicato nelle tematiche (affrontate nelle assemblee e tre giorni del triennio) le attualità emergenti: attese e richieste dei giovani, storia ultracentenaria dell’associazione come ricchezza e riconoscenza, recupero dell’ esperienza positiva del convegno ecclesiale triveneto, conferma irrinunciabile della scelta del Concilio, le nuove tecnologie come approccio all’incontro e all’evangelizzazione, fiducia nel rinnovamento come scuola di vita per tutti.
La dimensione nazionale
La dimensione nazionale dell’Associazione è stata testimoniata ai presenti da Luigi Borgiani, segretario nazionale dell’associazione che ha concluso gli interventi sottolineando la dimensione comunitiria e unitaria dell’Associazione ed individuando tre tematiche urgenti alla luce della riscoperta della comunione corresponsabilità e della riscoperta della missionarietà dell’essere chiesa: urgenza di garantire un cammino di fede ai formatori ed educatori; cura dei giovani (oltre le dimensione educativa); essere consapevoli della dimensione globale dell’associazione come esperienza di chiesa e di servizio alla società.
L’assemblea ha concluso i lavori con alcuni interventi (Bressan e Fragiacomo) che hanno evidenziato alcuni nodi della vita ecclesiale e associativa e la necessità di aprire l’associazione alla domanda della comunità civile. I presenti hanno approvato il documento finale dell’assemblea che costituisce l’apporto della diocesi al lavoro dell’assemblea nazionale ma anche lo strumento di lavoro per il consiglio diocesano eletto.
Renzo Boscarol
NUOVO CONSIGLIO DIOCESANO PER IL TRIENNIO 2014-2017
I delegati alla XV assemblea diocesana dell’Azione Cattolica dell’Arcidiocesi di Gorizia hanno provveduto ad eleggere il nuovo Consiglio diocesano per il triennio 2014-2017
ELETTI TRA I PRESIDENTI PARROCCHIALI
Cossi Laura, Biasiol Pietro, Spanedda Francesca, Tardivo Luca, De Fornasari Loretta, Cappelli Paolo, Rodinis Livio
ELETTI NEL SETTORE ADULTI
Giusti Luisa, Garbin Luca, Bonutti Mauro, Vanzan Emanuela, Cecchin Walter, Ceccotti Angela, Zuch Verena.
ELETTI NEL SETTORE GIOVANI
Dessenibus Marco, Berini Fabio, Cuzzit Elisa, Gani Mariachiara
ELETTI TRA GLI EDUCATORI ACR
Dessenibus Giulia, Ancona Chiara, Simion Irene
Nella prima riunione il Consiglio provvederà ad eleggere la nuova presidenza diocesana e a formulare la proposta del presidente diocesano da sottoporre all’Arcivescovo per la nomina.